Moto raid Siria e Giordania fino ad Aqaba

Agosto 2000    

Richiesti i visti d’ingresso necessari e documentatomi su guide specializzate e cartine stradali dei luoghi; mi sono tracciato un itinerario in linea generale al fine di visitare il meglio delle due nazioni.
Inizio con; tagliando generale alla mia moto, arriva il mitico 31 luglio giorno di partenza. Tappa di 1000 km da Torino, città di residenza, verso il porto di Bari, dove la sera io e mia moglie c’imbarchiamo per Incoumenitsa. Continuando poi fino ad Alessandropolis attraversiamo tutta la Grecia del nord. La mattina presto ci presentiamo alla frontiera Turca di Ipsala. Espletate tutte le formalità doganali ci dirigiamo e attraversiamo lo Stretto dei Dardanelli; direzione Bursa, Konia, Adana, Antakia fino ad arrivare, dopo due giorni di trasferimento, alla frontiera Turco -Siriana di Bab el Awua; Dove ci scontriamo con la vera burocrazia di snervante attesa, per la quale bisogna mettere in conto circa tre ore, passando da un ufficio all’altro per i vari timbri sul passaporto, i documenti moto, il carnè de passage, l’assicurazione obbligatoria e poi domande rivolte sullo stile di un interrogatorio, tipo: il motivo del viaggio ? dove siete diretti ? andate in Israele ? ecc... Dopo aver dato tutte le dovute risposte finalmente si alza l’ultima sbarra e siamo in Siria, prima tappa della nostra meta.
Da questo momento in poi inizia la nostra vera vacanza, perché i 3500 km percorsi  sono stati piacevoli ma erano solo di trasferimento.
Siamo diretti ad Aleppo, incantevole e piena di storia essendo una delle città più vecchie del mondo; famosa per il Suk, il più fornito della Siria, dove si commercia di tutto. E’ facile perdersi in questo dedalo di viuzze piene di bancarelle, dove assaporiamo veramente l’oriente, in tutto e per tutto, dai profumi intensi carichi di spezie al caos che regna nelle strade.
Le persone vanno e vengono trasportando di tutto, come se il loro compito principale fosse muoversi in continuazione.
Spicca anche il traffico di macchine, camion, pulmini e motorette talmente vecchi che sembrano usciti da un museo per girare le scene di un film degli anni 50. Bellissima la cittadella fortificata con il suo largo fossato che la circonda, il ponte in pietra e le sue moschee dai lunghi minareti.
Facciamo un escursione di circa 40 km per visitare la famosa basilica di San Simeone. Un monaco che visse più di trenta anni della propria vita sopra una colonna alta 15 metri sulla quale meditava, pregava, mangiava e defecava.
Tutto ciò senza mai scendere da essa. Rimane poco di tali resti ma intorno ad essi quattro chiese sorgono maestose a formare una croce, rendendo il sito veramente affascinante.                           
La seconda tappa è la visita a Hamah, simpatica cittadina rinomata per “Le Noire”, grandi ruote di legno alte fino a 20 metri che con le loro pale spinte dal fiume Oronte sollevano le sue acque per irrigare orti e giardini; questo succede da mille anni e ancora oggi sono funzionanti.
Da qui, facciamo un’escursione alla volta del famoso Krak dei Cavalieri, maestoso castello che nel XII secolo difendeva il passaggio verso il Santo Sepolcro con una guarnigione che arrivava ad ospitare circa 4000 crociati e scorte alimentari sufficienti per anni.
In seguito prendiamo la direzione del deserto per poi tuffarci nella grande oasi di Palmyra.
Antichissima colonia romana eretta dalla bellissima e potente regina Zenobia, che nel 270 d.c. dichiarò guerra a Roma; ne fu sconfitta e portata in catene davanti all’imperatore Aurelio.
Fu grande il suo potere, come testimoniano le imponenti rovine: il colonnato lungo 3 km, il teatro, i templi e le divinità. Ci lasciamo ammaliare dal posto.
Dall’alto del castello; guardiamo Palmyra al tramonto, nelle sue sfumature ocra che cambiano con la luce del sole calante.
Quarta tappa, ci dirigiamo verso Damasco prendendo la strada desertica che costeggia il confine iracheno e quando arriviamo all’incrocio, dove troviamo la segnaletica per Bagdad, mi torna in mente la guerra del golfo di recente passato.
Prima di arrivare a Damasco facciamo una deviazione per visitare il paesino di Maalula, arroccato su una parete montagnosa con le case che sembrano sospese nell’aria. Qui’ si parla l’Aramaico, la lingua parlata da Gesù; dove un frate di un monastero antichissimo ci accoglie con un bicchiere di vino santo fatto da loro e recitandoci l’Atto di Dolore in Aramaico.
Arriviamo a Damasco, capitale Siriana, con quattro milioni di abitanti che affollano le strade e i marciapiedi in un vortice di clacson e voci. La città è affascinante ed intrigante, bisogna lasciarsi andare; bere un caffè turco, un tè aromatico e delle spremute di frutta insieme ai fumatori di Narghilè; mi vengono in mente tanti film di spionaggio con l’agente speciale 007.
Visitiamo la grande moschea Omayyadi, la più grande fra quelle del mondo islamico ivi si trova il mausoleo con le reliquie di Giovanni Battista, ammirando gli splendidi mosaici a tessere in vetro dorato e colorato secondo la tecnica bizantina. Per due giorni circoliamo in piena libertà, curiosando e infilandoci in portoni per ammirare i verdeggianti cortili interni, infilandoci dentro le miriadi di negozietti che in questi suk vendono di tutto e dove i profumi intensi di spezie e gli odori forti ci stordiscono.
Pronti a ripartire, di mattino presto ci dirigiamo alla frontiera giordana, non prima di aver visitato il sito romano di Bosra; il suo gioiello è un intatto teatro romano in roccia nera, più tardi inglobato dagli islamici in un poderoso castello di difesa.    
Entrati, dopo la consueta burocrazia, in Giordania ci dirigiamo ad esplorare il sito dell’antica Gerasa, dove si trova un bellissimo Foro Romano dalla strana forma ovale, tantissime colonne corinzie a testimonianza dell’importanza che la città ebbe in epoca cristiana.

Facciamo sosta nella cittadina di Madaba, dove si trovano i mosaici bizantini fra i più belli e conservati, con la rinomata carta della Palestina tutta in tessere di mosaico.
Da qui facciamo un escursione per il monte Nebo dove Dio mostrò a Mosè la Terra Promessa; facciamo il bagno nel Mar Morto accorgendoci che è una sensazione incredibile stare in acqua senza affondare nemmeno volendo, infatti, la salinità è talmente alta che si sta a galla stando                                         comodamente fermi e magari leggendo un giornale come seduti in poltrona.

Successiva e sesta meta, la più ambita di tutto il viaggio è Petra; città antichissima incastonata e scolpita nella roccia rosa da un popolo chiamato Nabateo, una delle più grandi meraviglie del mondo, sotto la protezione dell’Unesco.  Si arriva dopo un tragitto a piedi di circa 3 km dentro una profonda frattura nelle viscere della roccia chiamata Siq; uno stretto canyon, che si può percorrere oltre che a piedi anche a cavallo, alla fine del quale appare il Khazneh, tempio che veglia l’ingresso della città. Poco più in la, le montagne sono scavate e scolpite a formare: templi, palazzi, monumenti, tombe, monasteri, il lavoro degli archeologi è tutt’altro che finito. Per visitarla bene si devono mettere in conto due giorni di marcia, percorrendo sentieri in salita e discesa faticando non poco, ma credetemi merita tutto il viaggio.
Settima tappa, direzione verso sud, deserto di Wadi Rum, lo stesso del mitico Lawrence D'Arabia. Deserto stupendo d’incomparabile bellezza paesaggistica, dove dominano i colori rosa, ocra, rame, e gli infuocati tramonti ti incantano di stupore. Passiamo la notte dormendo nella terrazza della Rest House, il tetto un, cielo di stelle “indimenticabile”
La mattina ci divertiamo a fare del fuoristrada su piste molto polverose, mia moglie mi dice di non osare troppo perché siamo carichi, l’ascolto prendendo la direzione dell’ultima destinazione: Aqaba sul Mar Rosso, dai fondali marini ricchi di flora e fauna variopinta, e dalla stupenda barriera corallina.
In questo posto ci prendiamo tre giorni di assoluto riposo facendo vita da spiaggia, scrutando i fondali con la maschera, acquistata appena arrivati per pochi soldi.      
A malincuore si prende la strada del ritorno riattraversando le frontiere di Giordania, Siria e Turchia con tutte le consuete lentezze e difficoltà burocratiche che non sto più ad elencare.
In Turchia ci concediamo altri tre giorni di spiaggia in località Lifike, di fronte all’isola di Cipro, e qui veniamo a conoscenza della terribile tragedia del terremoto avvenuto in quei giorni.            
Ritorno a ritroso e reimbarco da Igoumenitsa per Bari; arrivato a Torino guardo il contachilometri, segna 10500 km percorsi dalla partenza.
Siamo felici e soddisfatti, nella mente scorrono le immagini del viaggio appena concluso come un film in tecnicolor.

Notizie utili
DOCUMENTI PERSONALI:

Siria : è necessario il visto doppio se volete tornare indietro, da richiedere circa un mese prima della partenza all’ambasciata in Roma, telefono  06-797791.
Passaporto con almeno sei mesi di validità.
Giordania: idem come sopra ma solo il visto normale.
Ambasciata in Roma, telefono 06-86205303.

DOCUMENTI MOTO:

Oltre ai regolari documenti sono richiesti anche la patente internazionale e il libretto di circolazione internazionale, le assicurazioni sono da stipulare obbligatoriamente alla frontiera.

VALUTA:

La lira siriana vale circa 40 lire italiane, il dinaro giordano circa 2600 lire italiane.

ALBERGHI:

Si trovano senza difficoltà per tutte le tasche.

LINGUA:

Araba, ma si parla molto bene l’inglese in tutti i luoghi turistici.

FUSO ORARIO:

Un ora in più anche con l’ora legale.

STRADE:

Abbastanza percorribili le vie d’accesso principali, meno tutte le altre. 

Filippo Razza

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