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Balcani in moto

Partiamo la mattina del sabato 4 agosto 2018, siamo in due moto una Tiger 800xc e un Ktm 990 adv Roberto e Rossana, Io e Assunta. La giornata è da bollino nero, da Torino a Brescia tutto ok si viaggia spediti ma una volta presa l'autostrada verso Trieste inizia il delirio del traffico caotico che continua ha persistere fino a Lubiana, per fortuna ce la caviamo a meraviglia. Il caldo è opprimente si viaggia sudati ma rilassati, siamo contenti di essere in moto e non dentro le scatole di latta.

Arriviamo in hotel a Zagabria verso le ore diciassette con più di 860 chilometri sul groppone, ci accomodiamo in stanza e dopo un piccolo riposo e una salutare doccia lasciamo l’albergo dirigendoci nel centro cittadino dove cerchiamo è troviamo un ristorante carino all’aperto proprio sulla piazza centrale.
Zagabria è una città molto ordinata con un centro storico meritevole, la sua cattedrale imponente occupa un posto centrale visibile anche da lontano, l'interno della chiesa composto da altissime navate in stile gotico fa vedere tutto il suo splendore.
La zona alta si visita salendo una ripida scalinata con centinaia di gradini, ma volendo c'è un trenino a fune che in quaranta secondi porta in cima.
Stupenda è la piazza San Marco con il tetto spiovente in ceramica, dal Belvedere si gode la vista su tutta la città.

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Gironzoliamo senza meta precisa soffermandoci nei vicoli e nelle piazze dove scattare foto ricordo ai palazzi storici per l'intera giornata.
La sera ceniamo in un ristorante tipico bevendo una ottima birra locale, siamo stanchi andiamo a dormire presto, domani si riparte.
La mattina alle sette e trenta vado ha comperare un paio di croissant nella vicina panetteria e al bar dell'albergo facciamo colazione.
Partiamo alle otto in punto verso Sarajevo, fa effetto fare dogana tra Croazia e Bosnia , non siamo più abituati.
Arriviamo in città nel momento in cui si sta scatenando un violento temporale, ci salviamo trovando rifugio sotto un ballatoio aspettando che la furia si calmi.
Riprese le moto ci immergiamo nel caotico traffico fino ad arrivare vicinissimo al centro dove un garbato signore attende il nostro arrivo per consegnarci le chiavi dell'appartamento precedentemente prenotato con Booking.
La città di sera è piena di vita, un miscuglio di razze mischiati ha migliaia di turisti affollano il centro.

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Dopo una passeggiata ci accomodiamo in un dei tanti ristoranti dove mangiamo una specialità locale "il cevapcici" una sorta di salsiccia piatta con abbondante cipolla sminuzzata avvolta da una specie di piadina, direi ottima.
Sarajevo, la città con più mescolanza etnica, le moschee e le chiese ortodosse abbondano. La comunità è reattiva e creativa, infatti nonostante il lungo assedio e gli anni di distruzione nella recente guerra fratricida, finita la morsa militare hanno iniziato la ricostruzione riportandola al suo vecchio splendore e alla convivenza pacifica.
Questa rappresenta meglio il luogo dove l'Oriente e l'Occidente si incontrano ed è famosa per essere la città delle quattro religioni.
Oggi 8 agosto riprendiamo la strada direzione Foca dove incontriamo Oriano e Luigina, giusto il tempo di un abbraccio e un caffè per poi riprendere il cammino che ci porterà in Montenegro.
La strada che stiamo seguendo è fantastica, il tracciato segue il fiume Piva formando una gola con le rocce a picco sull’acqua, dopo la diga di sbarramento ci troviamo su un lago lungo e largo d’incredibile bellezza, sulle sue acque si riflettono le montagne rocciose.
All'incontro con il fiume Tara prendiamo la deviazione verso il parco del Dormitur.
La strada si inerpica con fitti tornanti dando la sensazione di essere seduti comodamente in aereo.
Il Dormitur, miglior parco nazionale del Montenegro, dal 2005 è patrimonio dell'UNESCO.
Non sto a spiegare la bellezza del luogo, consiglio vivamente di visitarlo perché solo lui merita il viaggio in questo piccolo paese.

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La sera dormiamo in una villetta tutta per noi nella cittadina di Zablijak centro nevralgico dell'intera zona montuosa.
Oggi 9 agosto ci spostiamo quasi al confine con l'Albania in un Bred & breakfast
facendo una strada di montagna con migliaia di curve.
Il posto è isolato gestito da una gentilissima famiglia, la sera ci rifocilliamo con una ottima cena casareccia. Il gestore non fa altro che riempirci i bicchieri di rakj da quando siamo arrivati, la sera andiamo ha letto storditi da questa bevanda.
La mattina presto prendiamo la strada che in pochissimo tempo ci porta in dogana.
Il passaggio si rileva abbastanza veloce, pochi chilometri dopo ci fermiamo per sottoscrivere la polizza assicurativa delle moto perché la carta verde in Albania non è valida.
La stupenda strada, la SH20 che credevo ha tratti sterrata è completamente asfaltata, sembra una pista, tornante dopo tornante si arriva al passo da dove la vista spazia a 360° su panorami da favola.
Arriviamo a Scutari sul lago omonimo dirigendoci direttamente nell'hotel Bicay dove ci attende un simpaticissimo signore che parla bene l'italiano, gestore del locale.

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La sera facciamo il punto della situazione per andare a visitare il parco nazionale del Theth dove gli ultimi venti chilometri di strada si trasformerà in sterrata. Rossana decide di non venire perché dice che ha un forte mal di testa, così la mattina partiamo senza di lei.

La strada sale su fitti tornanti, lo spettacolo paesaggistico è notevole le foto ricordo non si contano. Arriviamo in cima al colle dove termina l’asfalto e inizia la sterrata, da questo momento in poi facciamo molta attenzione perché in alcuni punti ci sono pietre smosse e ripidi burroni senza protezione alcuna.

Il paesaggio è brullo con montagne rassomiglianti alle nostre Alpi, si scende giù accompagnati da animali al pascolo e da un fitto bosco fino al villaggio di Theth dove dopo una sosta birra ci si prepara alla risalita.
Sulla Strada del ritorno pranziamo in un ristorante appollaiato su un costone roccioso dove la vista spazia sulle brulle montagne.
Giovanni gestore dell'hotel ci dà tutte le dritte giuste per visitare la città di Scutari indicandoci anche un bel posto dove cenare a base di pesce freschissimo.
Riprendiamo il nostro viaggio, ci dirigiamo sul fiume Drijn dove una diga ha trasformato questo corso d'acqua in un lago lungo e gigantesco.
Proprio dal villaggio di Koman imbarchiamo le moto su una imbarcazione stipata all’inverosimile per una traversata di tre ore su un contesto paesaggistico veramente spettacolare, sembra di navigare uno dei tanti fiordi norvegesi.
Riprese le moto il nostro punto di arrivo è la valle di Valbone sulle montagne dolomitiche Albanesi.
Stupendo posto per chi piace fare trekking su sentieri di montagna..
Troviamo da dormire in un albergo proprio dove finisce la strada, scoprendo all’ultimo e a nostre spese un posto dove si mangia bene ma le camere sono poco illuminate, molto piccole e con il personale scorbutico; pazienza per una notte ci può stare.
La mattina riprendiamo le moto, oggi la nostra meta è Tirana dove ci attende Alberto l'albanese di adozione.

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La strada che percorriamo è la SH22 una lingua di asfalto che si inerpica in montagna molto panoramica, costeggia una valle con molti laghi formati da dighe di sbarramento.
Scesi giù in valle percorriamo la SH30, una delle più belle strade del paese, l'asfalto è un biliardo perché rifatto da pochissimo, l’andatura aumenta di colpo sembriamo in pista tanto è la tenuta delle gomme che ci fa osare a tal punto di essere richiamati dalle compagne.
Si arriva in città abbastanza presto, nell'hotel ci attende Alberto che ha già organizzato la serata.
Prendiamo possesso delle nostre camere tutte al quarto piano senza ascensore, che fatica, dopo averci sistemato e fatta la salutare doccia, arriva il momento di fare come l’albanese tutti e sette nella macchina di Alberto per recarci in un ristorante particolare dove si mangia della buona carne alla brace.
Tirana oltre alla piazza principale, alcuni parchi e il museo, la città non offre molto ma è pur sempre una capitale, quindi merita uno sguardo. Il pomeriggio lo trascorriamo in un bar perché un temporale ci costringe a rifugiarci e nell'attesa beviamo birra, caffè, gustandoci anche un buon gelato.

Lasciamo Tirana accompagnati per un po' di strada da Alberto con la sua nuova Africa twin
Dopo un bel pranzo a base di carne veramente molto buona e un paio di birre arriva l’ora di salutarci col nostro amico che fa ritorno a Tirana mentre noi proseguiamo per la città di Berat.
Troviamo un grazioso hotel a conduzione familiare appena aperto, tranquillo, pulito e poco distante dal centro con una colazione esorbitante.
Berat è patrimonio dell'UNESCO, le case ottomane sono ben conservate e il castello sulla collina domina tutta la valle, viene chiamata la città dalle mille finestre per diverse aperture praticate in ogni casa, sembra un museo a cielo aperto.
La sera c'è un bel clima che invita a una bella passeggiata lungo il fiume scavalcando i vecchi ponti che l'attraversano.
Si riparte per una strada (SH72) che attraversa una bellissima vallata lungo una gola fino a Corovode, da qui in poi e per circa trenta chilometri diventa sterrata con passaggi impegnativi dove mettiamo a dura prova oltre che le moto anche le nostre compagne.
Siamo sorppresi quando troviamo un punto ristoro lungo la sterrata, apparso come una oasi nel deserto, gestita da una famiglia di contadini che ci offrono birra, coca cola e frittelle inzuppate in un ottimo miele.

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Arriviamo a Gjirokaster abbastanza presto dove abbiamo intenzione di stare due notti, ma visto che la seconda notte le camere sono già impegnate decidiamo di non rimanere, chiediamo al gestore di avere la cortesia di tenerci i bagagli e le moto una volta liberate le camere, per essere liberi di poter dedicare l’intera mattinata alla visita della città, gentilmente la richiesta è accordata.

Anche questa città è patrimonio dell'UNESCO, definito il più antico paese dell'Albania dove da sempre hanno convissuto diverse culture come greco, romana, bizantina e turca.
Definita la città di pietra o dai duemila scalini, infatti per arrivare sulla sommità della collina dove si trova il castello si fa veramente una bella fatica.
Le case ottomane rispecchiano quelle di Berat ma conservano una evidente costruzione fortezza collettiva che domina la vallata sottostante dove scorre il fiume Drinos.
Il giro continua senza Oriano e Luigina perché prendono la strada del ritorno verso casa .

Con Roberto e Rossana proseguiamo verso Serande facendo tappa al famoso “Blue Eye”
per arrivarci si percorre una sterrata polverosa con un traffico locale pazzesco, un macello di gente e un caldo boia. Finalmente arrivati all’obbiettivo spendiamo giusto il tempo per fare due foto a questo fiume dove sorge una sorgente che arriva dalle viscere della terra con un’acqua fredda di colore blu intenso “fenomeno della natura”.

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Arriviamo a Serande dove scopriamo un grosso affollamento di bagnanti, sembra Rimini in agosto, ci fermiamo solo per fare una visita al più grande sito archeologico di Albania.
Il sito di Butrinti, grandissimo, posizionato su una piccola penisola collinare, al tempo del suo grande splendore era uno dei porti Greco Romano più fiorente dell'aria Ionica.
Si visita abbastanza bene, al fresco perché coperto da alta vegetazione e da alberi secolari.


Lasciamo questo posto per trasferirci a Valona dove faremo una sosta di tre giorni in spiaggia.
La strada che percorriamo è la SH8 che scavalca uno dei passi più spettacolari del paese da dove la vista spazia per tutto il canale di Otranto con l'isola di Corfù che fa da sfondo.
In cima al passo Llogara ci sono dei bei ristoranti dove, vista l'ora, non possiamo che fare pranzo ammirando il paesaggio dalla nostra tavola apparecchiata.
Valona è una sorpresa, ci sono costruzioni moderni, belle spiagge attrezzate e un largo viale alberato pieno di bar, ristoranti e negozi dove la sera viene voglia di fare lunghe passeggiate al fresco della brezza marina.
Trascorriamo tre giorni a oziare in spiaggia, la sera si fanno abbuffate di pesce rilassandoci poi con lunghe passeggiate, “come si suole dire Totale relax”.

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Oggi venerdì 24 agosto ci rechiamo a Durazzo, accompagniamo Roberto e Rossana che hanno la partenza navale verso le ore tredici, noi ne approfittiamo per fare i nostri biglietti navali per il lunedì 27.
Lasciati gli amici, riprendiamo il nostro andare portandoci a circa sessanta chilometri più a nord per fare un'altra rilassante sosta di tre giorni prima di lasciare l'Albania.
Il posto è bellissimo, un Resort con parco e piscina in un luogo abbastanza isolato giusto per essere in tranquillità e fuori dal caos.
In questi due giorni facciamo delle escursioni in montagna e il pomeriggio ci rifocilliamo in piscina, la sera il ristorante prepara del buon cibo.
Oggi 27 agosto è il momento della partenza ci aspetta un giorno e una notte di strazio, la nave dovrebbe partire per le ore venti tre, speriamo in bene.
La nave parte appena dopo mezzanotte e il viaggio si prospetta molto duro, infatti sembriamo dei profughi accampati, si dorme sul pavimento, sulle sedie, sulle poltrone e la notte diventa lunga.
La mattina sembriamo tutti dei zombi, abbiamo uno strano sguardo e un atteggiamento lunatico.
Finalmente arriva il momento dello sbarco che si rivela per fortuna veloce. Presa la via dell'autostrada al primo servizio ci si ferma per un croissant e cappuccino, un atto dovuto.

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Bene!, devo dire che questo viaggio è stato un bellissimo tour, tutti i paesi attraversati come: Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro e Albania sono dei bellissimi posti da vedere e assaporare, ma la vera sorpresa per i suoi paesaggi selvaggi pieni di laghi, le città culturali, il cibo, il caffè, i costi per noi veramente irrisori e soprattutto per l'accoglienza delle persone, gentilissimi, cordiali e ospitali è stata l’Albania un paese che merita di essere visitato e magari ritornarci.

 

Filippo Razza